Alisertib, un inibitore selettivo della chinasi Aurora-A, nei linfomi non-Hodgkin a cellule B e a cellule T aggressivi recidivati e refrattari


La chinasi Aurora-A è sovraespressa nei linfomi aggressivi e può essere correlata alle forme istologicamente più aggressive della malattia.

È stato disegnato uno studio di fase II su Alisertib, un inibitore selettivo della Aurora chinasi A, in pazienti con linfomi non-Hodgkin aggressivi recidivati e refrattari.

Pazienti di età uguale o superiore a 18 anni sono stati considerati idonei all’arruolamento se avevano linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario, linfoma a cellule del mantello, linfoma follicolare trasformato, linfoma di Burkitt o linfoma non-cutaneo a cellule T.

Alisertib è stato somministrato per via orale alla dose di 50 mg 2 volte al giorno per 7 giorni in cicli di 21 giorni.

Sono stati arruolati nello studio 48 pazienti.

Le istologie includevano linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario ( n=21 ), linfoma a cellule del mantello ( n=13 ), linfoma periferico a cellule T ( n=8 ), linfoma follicolare trasformato ( n=5 ) e linfoma di Burkitt ( n=1 ).

Gli eventi avversi più comuni di grado da 3 a 4 sono stati neutropenia ( 63% ), leucopenia ( 54% ), anemia ( 35% ), trombocitopenia ( 33% ), stomatiti ( 15% ), neutropenia febbrile ( 13% ) e fatigue ( 6% ).

Quattro decessi verificatisi durante lo studio sono stati attribuiti a linfoma non-Hodgkin progressivo ( n=2 ), sepsi legata al trattamento ( n=1 ) e a cause non-note ( n=1 ).

Il tasso di risposta generale è stato pari al 27%, incluse risposte in 3 dei 21 pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario, 3 dei 13 con linfoma a cellule del mantello, 1 su 1 con linfoma di Burkitt, 2 su 5 con linfoma follicolare trasformato e 4 su 8 con linfoma non-cutaneo a cellule T.

La concentrazione in stato stazionario di valle per Alisertib ( n=25 ) ha rivelato l’attesa variabilità farmacocinetica, con una tendenza per incidenza più alta di riduzione della dose correlata a eventi avversi a concentrazioni di valle più elevate.

L’analisi per l’amplificazione del gene AAK ( Aurora A kinase ) e per la proteina AAK totale non ha rivelato differenze tra le istologie o correlazioni con la risposta clinica.

In conclusione, il nuovo inibitore della Aurora chinasi A, Alisertib, è clinicamente attivo nei linfomi aggressivi sia a cellule B sia a cellule T. ( Xagena2014 )

Friedberg JW et al, J Clin Oncol 2014; 32: 44-50

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